tutto-baldo-lessinia

- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

I castellieri: altre localizzazioni

Località:

Lessinia

Periodo:

Preistoria

Scendendo da Breonio verso Fumane troviamo il Castejon di Molina dove vennero alla luce dagli scavi eseguiti negli anni 1955 e nel 1959, una serie di capanne lastricate simili a quelle del Monte Loffa, disposta su vari ripiani alcune delle quali risalente alla tarda Età del Ferro altre edificate con lo stesso sistema ma ormai in epoca romana; due fosse comuni ai piedi del Castejon de Molina contenevano i resti di una cinquantina di individui probabili abitatori delle suddette capanne.

Nei dintorni di Cavalo scorgiamo altre tracce di castellieri sul Monte Castello sul Monte Marognone, sul Reuli; alcuni scavi proprio sul Monte Castello hanno rivelato lungo tratti del muro di cinta, manufatti di fondazioni ben conservate e parecchi materiali della prima e della seconda Età del Ferro materiali di tempi più recenti trovati in superficie dimostrano che castelliere fu abitato anche in tempi storici.

Altri tre castellieri, probabilmente risalenti alla seconda metà dell’Età del Ferro, quali: Castellón e Castelletto di Marano e Monte Pez eretti a brevissima distanza tra di loro. Anche nella zona di Velo, Roverè e Castagnè, abbiamo tracce di castellieri appartenenti all’Età del Ferro come Purga di Velo, dove scavi condotti dal Zorzi nel 1950 misero in luce parte del sistema difensivo dell’abitato e permisero il recupero di una notevole quantità di materiali; reperti simili sono stati rinvenuti anche nei covoli di Velo e sul Monte Tesoro e sul Castelletto vicino a Cancello.

Sulle dorsali intorno a Montorio, assieme a reperti appartenenti a epoche più antiche, troviamo i castellieri della Marseghina di San Fidenzio e salendo poi a nordest superando il progno d’Illasi, ad una quota di 935 m sulla Purga di Bolca troviamo vasellame costruito al tornio

 Verso la città incontriamo residui di costruzioni dell’Età del Ferro sulle colline intorno a Quinzano, Avesa, sul Monte Faldà e sulle Torricelle.

Infine, altre opere come mura terrazzamenti dell’Età del Ferro possiamo trovarle anche in altre località come sui Monti Tosato, Anamarole, Cossa e Ongarine, sul Monte Arzan e sul Castejon sopra Marzana.

Arriviamo ormai al III secolo a.C. circa, quando compare inizialmente nella pianura la romanizzazione e l’arrivo di altre genti, che vengono a contatto con le popolazioni lessiniche. Le genti Paleovenete o Atestine che, provenienti da Este in provincia di Padova si sviluppano soprattutto nella pianura e risalendo l’antico corso dell’Adige si insediano in località come Oppeano, Baldaria, Minerbe, Coazze, Sorgà, Isola della Scala, Gazzo, San Pietro in Valle ed altri siti dove sono stati rinvenuti tracce.  Si spinsero a nord fino alla Chiusa dell’Adige, a Rivoli Veronese e, abbandonando la pianura sabbiosa e acquitrinosa

che era stato fino allora il loro habitat, salirono sulle colline di San Briccio di Lavagno ancora in vista della grande arteria fluviale e più in alto, sul Monte Tesoro.  Contrariamente alle popolazioni palafitticole che non lasciarono tracce dei loro morti, la civiltà Atestina si rivela, nel veronese, quasi esclusivamente

Il reperto più noto di questa civiltà e senza dubbio la Situla venuta la luce nella stazione di Rivoli nel 1885. Trattasi di un recipiente a forma di tronco-conica con decorazioni a sbalzo e di accurata fattura; In semplici parole un secchio costituita da lamine di una speciale lega di bronzo lavorata a sbalzo e cesellata come per il rame.

L’origine etnica della popolazione Atestina resta ancora misteriosa anche se si pensa di provenienza Illirica attuale Albania e parte della Croazia, che nel veronese si espande fino sulle alture lessiniche coabitando nelle stesse zone già occupate dai castellieri dell’Età del Ferro.

Anche la civiltà Villanoviana irradiatasi più tardi, da Bologna in Emilia, esattamente dalla località Villanova, da cui il nome, si spinse verso le zone prealpine aprendo al territorio lessinico la penetrazione del commercio.

Questa civiltà, che presenta parecchi elementi comuni con quella Atestina, ha lasciato tracce di commerci anche nelle stazioni lessiniche come nella capanne del Monte Loffa dove in maggior numero sono state rinvenute fibule ad arco serpentiforme e del Certosa in particolare quest’ultima persiste in età romana avanzata.

Altro sito lessinico di ritrovamenti villanoviani è il famoso “ripostiglio di Bronzi” scoperto dal De Stefani in località Campo Paradiso a nord est di Breonio e contenente un notevole numero di fibule, frammenti di situle, attrezzi di uso domestico e agricolo di vari periodi dell’Età del Ferro.

Quanto sopra descritto, è riferito alla conoscenza fino ad oggi emerse, ciò non toglie che a seguire di nuovo il più approfonditi studi resi probabili anche delle nuove tecnologie si possano chiarire molti aspetti ancora sconosciuti.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

“Lessinia” CTG Verona – AA.VV.