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I paesaggi vegetali lessinei

Località:

Lessinia

Botanica:

Aree climatiche

Le diversità di clima e di altitudine del territorio lessineo, assieme a quelle degli aspetti geologici, del suolo e agli interventi umani, comportano una grande varietà di vegetazione e di paesaggi forestali, che si possono osservare all’interno delle fasce di vegetazione che si succedono dalla pianura alle quote sommitali.

Fascia sub-mediterranea

Il clima dolce e temperato nelle basse colline e nelle vallate più riparate permette la coltivazione dell’olivo, della vite e del ciliegio, mentre tra le specie spontanee troviamo la Roverella (Quercus pubescens), il Frassino (Fraxinus ornus), il Carpino nero (Ostriya carpinifolia), l’Albero di Giuda (Cercis siliquastrum), l’Alloro e perfino il Leccio (Quercus ilex) nel versante della Val d’Adige. È una vegetazione che si può considerare di transizione tra un ambiente sub-mediterraneo ed uno medio-europeo. Nel sottobosco vi sono Cornus sanguinea ed il Viburnnum lantana.

Tra i 500 ed i 900 metri di quota, vi sono estesi castagneti e querceti con la presenza di Tigli (Tilia cordata) e Olmi (Ulmus glabra), mentre sono presenti estesi rimboschimenti di Pino nero (Pinus nigra) su varie dorsali o cime (Monte San Moro, Monte Santa Viola, Monte Masua di Negrar, Monte Solane, Monte Pastello, ecc.).

La dorsale occidentale della vallata di Marano con villa Fasanara tra vigneti, oliveti e lembi di orno-ostrieto

Più in alto c’è la fascia sub-atlantica che è caratterizzata da pascoli e prati falciabili con la presenza del Faggio (Fagus sylvatica), di qualche Noce (juglans regens), di Aceri (Acer pseudoplatanus) e di numerosi Abeti rossi (Picea abies), qualche Abete bianco (Abies alba) e Larice (Larix decidua). I grandi boschi di giganteschi faggi sono i residui di una vasta foresta largamente e spesso indiscriminatamente sfruttata dall’uomo, soprattutto a partire dal XVI sec. Nel sottobosco delle faggete e delle coniferete, si ritrovano Laburnum alpinum, Almus incana, Oxalis acetosella e fioriture di Genziana, Clematis alpina, Vinca minor; Pulmonaria officinalis, Erba Trinità, Erica carnea, numerose Potentille, Anemoni, Dafne e ciclamini. Anche qui vi sono estesi rimboschimenti a pino nero, misto a larice e abete, in particolare sui versanti meridionali del Corno d’Aquilio e del Corno Mozzo.

Fioritura di tarassaco sui prati dell’alto vajo di Squaranto

Tra i 1600 metri e la parte sommitale lessinea, troviamo l’ambiente alpino con clima temperato freddo, presentante pascoli di tipo lino-seslerieto. È questa la fascia boreale con sottobosco a Rododendro (Rhododendron ferrugineum) e Mirtillo (Vaccininum myrtillus) che presenta nei prati più alti fioriture di primule (“auricola” e l’endemica “spectabilis” e di Recoaro), di soldanelle e crochi, di gigli (rosso e martagone), di raponzoli di roccia e di numerosissime altre specie floreali. Fra gli albero-arbusti ecco il Mugo, l’Ontano verde, ancora il Larice, il Salice nano ed il Rododendro (Rhododendron hirsutum, ferrugineum e nano). Rasoterra vi sono formazioni ad erica e ginepro, tipici delle brughiere alpine. Grande varietà di fiori infine, tra cui primule, gigli, genziane, dafne, ranuncoli, orchidee, ecc.

Nei prati le specie erbacee più diffuse sono Festuca rubra, Poa alpina, Trifolium, Arnica montana e Nardus stricta.

Un’attenta osservazione del territorio lessinico permette di individuare una quarta subzona che, anche se dal punto di vista altimetrico è compresa nelle tre precedenti partizioni, presenta caratteri ben specifici: è la zona dei vaj e delle valli. E’ lungo i ripidi versanti di queste strette conche ed avvallamenti che si rinviene la vegetazione più fitta della Lessinia; anche se queste aree boscose non possono essere definite “naturali” in quanto per secoli utilizzate dall’uomo per ottenere legna da ardere e carbone ligneo, oppure frutto di rimboschimenti. Boschi e foreste di una certa consistenza con la presenza di faggi, abeti rossi, abeti bianchi e larici, si hanno nelle parti più alte ed impervie delle valli (vajo dell’Anguilla-Folignani, vajo di Squaranto, Foresta di Giazza: vajo di Revolto, Monte Terrazzo e Val Fraselle), ma anche sul versante occidentale del Corno d’Aquilio, che vede la presenza soprattutto di pino nero austriaco, di pino silvestre e di pini esotici, oppure sul versante settentrionale della Lessinia verso la valle dei Ronchi.

Il medio vajo dell’Anguilla-Folignani tra Bosco Chiesanuova ed Erbezzo
Podestaria con i “cordoni” in inverno

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti: