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Parrocchia dei Santi Fermo e Rustico

Parrocchia Santi Fermo e Rustico di Valgatara

Località:

Valgatara

Architettura:

Chiesa - Francesco Ronzani - Ingegnere Glori - Luigi Silvestri - Francesco Banterle - Arte Neoclassica e Neorinascimentale

Scultura:

Santo Fermo e Santo Rustico in facciata - Scuola del Canonica di Carrara - Arte Neoclassica (tarda)

Pittura:

Pala S.Eurosia, Pala Vergine e Bambin Gesù con i Santi Fermo e Rustico - Giovanni Battista Lanceni - Arte tardo Barocca

Arti minori:

Arte Organaria - Ignoto - Arte Contemporanea

Stile:

Arte tardo Barocca. Arte Neoclassica, Arte Neoclassica (tarda) - Arte Contemporanea

Artista:

Giovanni Battista Lanceni, Francesco Ronzani, Ingegnere Glori, Luigi Silvestri, Francesco Banterle, Scuola del Canonica di Carrara. Ignoto

Si trova a Valgatara (Marano di Valpolicella)
Chiesa d’origine medievale, nota nel primo 15°sec. e forse rifatta, ora nulla rimane visibile.
Le funzioni erano celebrate dal parroco di San Floriano a Pozzo nella chiesetta di S.Stefano (ora S.Marco), raramente in quella dei Santi Fermo e Rustico.
Nella visita del Vescovo Ermolao Barbaro (metà 15°sec.), la chiesa è segnalata trascurata.

Nel primo ‘500, gli abitanti di Valgatara rifiutano di versare la decima sui novalia (terreni messi a coltura per la prima volta) ai chierici della pieve, con tanto di giurista cittadino (Nicola Guantieri); lamentano la distanza dalla pieve e l’assenza di un cappellano; infine i fedeli si impegnarono a pagare in perpetuo la decima sui novalia in cambio di un sacerdote residente, salariato dalla pieve e dalla comunità, il transatio (22 aprile 1506) nomina il primo cappellano, Benedetto da Mantova, eletto con il consenso dell’arciprete di S.Floriano, per celebrare messa nella chiesa dei Santi Fermo e Rustico nei giorni festivi ed in quella di S.Stefano (ora S.Marco) per due giorni al mese non festivi, sono escluse: sepoltura dei morti, celebrazioni delle festività maggiori, fonte battesimale.

Rifatta nel ‘500 (chiesa a pianta a unica navata). Nel 1519 viene eretta la cappella della Beata Vergine Maria nel lato nord e nascita dell’omonima confraternita. Nel 1529 i lavori forse non sono terminati, il Vescovo, infatti, impone l’imbiancatura delle pareti e la costruzione del pavimento, e neppure nel 1530 quando i fedeli di Valgatara supplicano il Vescovo Gian Matteo Giberti perché intervenga sui chierici di S.Floriano per far ultimare i lavori, nel 1532 non è ancora intonacata, mancavano vetri alle finestre, il vicino cimitero è senza recinto, nel 1541 la sacrestia è ancora senza pavimento; i lavori dopo decenni sono conclusi nella visita del 1595.

Nel 1738 al Vescovo Giovanni Bragadino è rivolta l’ennesima istanza di separazione da San Floriano. Nel 1757 i fedeli d’accordo con il rettore, serrano il tabernacolo per conservare senza interruzione l’Eucaristia, senza consegnare la chiave all’arciprete. Nel 1750 – 1753 è ampliata l’abside occupando parte del cimitero in disuso, ricostruito il campanile demolendo la vecchia sagrestia, poi rifatta presso la nuova abside. Aggiunta nel 1760 nel lato sud la seconda cappella con pala a spese di Sante Accordini dedicata ai Santi Luigi, Antonio Abate e Irene (come da iscrizione), nei presi altra pala del primo ‘700 Santa Eurosia di Giovanni Battista Lanceni che dipinse anche la pala Vergine e Bambin Gesù con i San Fermo e San Rustico.

Infine Valgatara diventa Parrocchia per decreto del Vescovo Andrea Avogadro, il 24 dicembre 1797.

Il rifacimento dell’edificio fu inizialmente affidato al noto Francesco Ronzani poi perché troppo caro, fu affidato all’ingegner Glori nel 1846 che creò la chiesa a pianta basilicale a tre navate separate da colonnato con architrave simile alle basiliche paleocristiane (es. Santa Maria Maggiore a Roma), con capitelli ad echino dorico-tuscanico con ovuli e dardi di tipo ionico (riprendendo l’Arte Romana). Nel 1874-75 l’abside è edificata e riprogettata da Luigi Silvestri di Valgatara.

La facciata del 1944-43 è edificata e riprogettata da Francesco Banterle in un Neoclassico insolitamente vivace, in versione Neorinascimentale (qui Neo ‘400), animata dai bellissimi e morbidi profili del portale, lesene ioniche e timpano, si riprende chiaramente Leon Battista Alberti (es. le volute laterali che donano movimento); le nicchie delle statue esageratamente allungate rispetto ai canoni donano slancio movimentando la superficie della facciata, le statue dei santi del 1943 della scuola del Canonica di Carrara hanno dure linee affini agli anni 20 del ‘900 sono più arrotondate ma sempre statiche, frenando così la vivacità della facciata.

Nel 1963 è stato acquistato il nuovo organo, nel 1969c. è allungato il presbiterio e aggiunto il secondo altar maggiore, perché il sacerdote celebri rivolto ai fedeli.

Infine la chiesa è riconsacrata dal Vescovo Mons. Giuseppe Carraro il 19 marzo 1978 al termine del restauro, come ricorda la targa murata del presbiterio, sono visibili tracce delle pitture dei secoli passati.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

Collana: Le contrade della Lessinia – Le contrade di Marano di Valpolicella – Coordinamento Maurizio Delibori (parte analizzata di Paolo Villa) – Ctg Lessinia – 2007
Foto: Paolo Villa-ctg Lessinia