Si trova ad Erbezzo
Chiesa a piantaGli edifici sacri hanno piante-basi di forme diverse. Piante... basilicale (aula unica):
La parrocchia è all’altezza di 1118 m slm, fondata nel 1437, 1480 alla fabbricazione o decorazione della chiesa abbiamo Maestro Pero Daguaz, Maestro Lorenzo di Erbezzo e Maestro Donato da Lugo, come da iscrizione su un’acquasantiera in rosso ammonitico, “MCCCCLXXX / M. PERO. DAGUAZ / M. LORENZO ARBEZO / M. DONA. LUGO”.
1492 La chiesa è consacrata ai Santi Filippo e Giacomo.
1527 il Vescovo Giberti trovò la chiesa ben tenuta con fonte battesimale, quindi era già Parrocchia che si era staccata dalla Parrocchia di Bosco Chiesanuova.
La chiesa venne riedificata nelle forme attuali negli anni 1720-1725.
I due porticati laterali del XIV-XV sec. sono simili a Velo veronese ed altri centri della Lessinia in forme del primo RinascimentoArte Classica è un ambiguo stile artistico che indica più ... in forme tipicamente massicce in ordine architettonico tuscanicoL'ordine dorico, tuscanico: sono estetiche architettoniche (... Leggi.
In facciata sopra il portale in una nicchia con profilo superiore un po’ mosso, affrescati assai stinti i Santi patroni e la Vergine, sopra l’arco di destra vi è una meridiana con segni zodiacali, ai lati due monofore a tutto sesto illuminano l’interno (assieme a ampie finestre a lunetta a tutto sesto ai fianchi della chiesa) dando un po’ di slancio e movimento alla semplicissima facciata chiusa da un timpano, con oculo con all’interno una croce, sul colmo una croce in pietra, ai lati due corte cuspidi in pietra che spezzano un poco la linearità del timpano.
È evidente una tendenza arcaicizzante lineare affine alla tradizione (alla chiesa precedente?) che fugge dalla moda del tempo (l’Arte Barocca che tendeva alla curva mossa, molto osteggiata a Verona in architettura).
Interno chiaro illuminato dalle finestre a lunetta laterali oltre ai finestroni della facciata, soffitto con volte mosse, alle pareti eleganti lesene ionicheGli ordini architettonici: ionico, corinzio e composito: son... che donano un aspetto piacevole e vario consono al ‘700.
All’interno altari marmorei e tabernacolo dell’altar maggiore, catino absidale affrescato con il Sacro Cuore di Gesù con Santi, a sinistra di Francesco Torbido Madonna con i Santi Filippo e Giacomo (XVIsec), vi sono diversi altari a nord: della Madonna con Bambino (con i Santi Antonio Abate, Rocco, Sebastiano e Gaetano Thiene), del Sacro Cuore, della Madonna della cintura; a sud: dei Santi (Antonio, Domenico, Lucio ed Apolonnia), della Beata Vergine di Lourdes, della Madonna del Rosario.
il fonte battesimale del 1480, ricavato in un unico blocco di Rosso ammonitico e l’organo del 1735.
Campanile:
Nel 1738 don Andrea Lughezzani fa erigere il Campanile nelle forme in voga in quel periodo (Barocco in transizione verso il NeoclassicismoStoricismo, stile artistico suddiviso in tantissime correnti...).
Le forme del campanile sono molto lineari e semplici tipiche del NeoclassicismoStoricismo, stile artistico suddiviso in tantissime correnti...: all’esterno la cella campanaria è sorretta da pilastriIn Geologia e Architettura: si possono trovare molti termini... in ordine architettonico tuscanicoL'ordine dorico, tuscanico: sono estetiche architettoniche (... Leggi agli angoli nella muratura; le arcate della cella campanaria con vistosa chiave di voltaL'arco a tutto sesto (struttura architettonica semicircolare... sono una versione semplificata a parallelepipedo sempre del tuscanicoL'ordine dorico, tuscanico: sono estetiche architettoniche (... Leggi (capitelloCappelle Votive, Capitelli: Spesso all'inizio della contrada... Leggi, piedritto e base).
Del tuscanicoL'ordine dorico, tuscanico: sono estetiche architettoniche (... Leggi largamente in uso nel RinascimentoArte Classica è un ambiguo stile artistico che indica più ... e secoli successivi si tenderà a togliere la base (come vediamo nel campanile), la variante a parallelepipedo (arcate della cella campanaria) è ampiamente presente nell’architettura veneta ed in Lessinia.
Nel campanile inoltre si notano alcuni elementi dello stile precedente (Barocco) che con le curve spezzano la linearità dando un po’ di movimento e slancio all’insieme (i balaustrini della cella campanaria e i 4 vasi a mo’ di cuspidi ad angolo attorno alla cuspide principale).
Campane:
1739 è datata una campana presso l’altar maggiore Ø 29,8 cm, di ca. 30 kg, un tempo nel granaio della chiesa, probabilmente una delle prime campane del campanile a noi nota.
20 ottobre del 1835 Luigi Gardoni scrive “si ha roto una campana ad Erbezo con una sita” da cui si deduce che le campane erano più d’una.
24 settembre 1837 “fuse 4 campane da Antonio Selegari dita Partilora per Erbeso accompagnate con la grossa vechia che esiste in sul campanile sono fatte da Lucio De Rossi Patavino in tono Fafaut # gagiardo (ca. 700 Kg) e fuse in contrà Santo Stefano” presso la Fonderia al Cigno, ovvero venne lasciata la campana grossa e piccola, le altre tre vennero rifuse per cambiare tonalità una delle campane rifuse era rotta.
1858 rifuse tutte e 5 le campane perché mal tenute dal veronese Luigi Chiappani, nell’ex-Chiesa di Sant’Alessandro in Verona e benedette del Vescovo, con la spesa 2446,19 £ per 2,195 tonnellate di bronzo.
Infine l’ultimo concerto di campane dopo l’incrinatura della campana maggiore e voglia di vanità rispetto ai centri vicini…
1) Re3: bocca Ø 123,2 cm, 1063 Kg, anno 1909 fusa da Achille ed Ettore Cavadini
2) Mi3: bocca Ø 109,9 cm, 753 Kg, anno 1930 fusa da Ettore Cavadini
3) Fa # 3: bocca Ø 98,1 cm, 537 Kg, anno 1894 fusa da Achille ed Ettore Cavadini
4) Sol3: bocca Ø 91,6 cm, 446 Kg, anno 1894 fusa da Achille ed Ettore Cavadini
5) La3: bocca Ø 81,2 cm, 310 Kg, anno 1894 fusa da Achille ed Ettore Cavadini