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- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Oratorio di San Carlo e Villa dei Conti Porta, fam. Rizzini

Località:

Canzago (Marano di Valpolicella)

Architettura:

Cappella - Arte tardo Barocca; Villa - Arte Manierista (tarda)

Scultura:

San Carlo Borromeo in pietra in estasi e altare, marmi policromi - Arte tardo Barocca

Pittura:

Bambin Gesù, Vergine e Santi Zeno e Carlo Borromeo - Ignoto - Arte tardo Barocca; Affresco - Aldo Tavella - Arte Preraffaellita (tarda)

Stile:

Arte Manierista (tarda), Arte Barocca (tarda), Arte Preraffaellita (tarda)

Artista:

Ignoti, Aldo Tavella

Si trova a Canzago (Marano di Valpolicella).

Il 10 aprile 1723 dal Vescovo di Verona, i conti Porta ottengono licenza di costruire l’oratorio a pianta basilicale a navata unica (dedicato poi a San Carlo Borromeo), per i fedeli del paese posti «tra monti alpestri» a notevole distanza dalla chiesa parrocchiale, raggiungibile per vie spesso malridotte e impraticabili. Il 18 aprile 1723 don Carlo Corrado (collaboratore del Vescovo) visita l’oratorio, costata che: il luogo è decente, le fondamenta sono già pronte e l’ingresso è aperto sulla strada e s’informa del parere del parroco di Marano (che darà il benestare il 26 aprile 1723).

A destra il palazzo dominicale ‘600 in Manierismo tardo e severo, contrasta la facciata della chiesetta dal Barocco ingentilito dalle sinuosità, dando così ai fedeli un aspetto cordiale dei Conti Porta.

Facciata: sopra le finestre laterali ed al portale con scultura di San Carlo Borromeo in estasi divina (molto teatrale, in linea con il periodo), corre il cornicione mistilineo (tipico capriccio Barocco) da dove si eleva la fantasiosa cimasa con ampie linee concave a sostegno della finestra superiore, il tetto è concluso dal frontone a timpano.

In modo discontinuo vi si celebra messa, secondo i periodi e delle disponibilità economiche per pagare un sacerdote.

Dopo una serie di terremoti del primo ‘900 che resero pericolante l’edificio, la proprietaria Adele Lendinara Rizzini nel 1933 fa restaurare ed aprire al culto la cappella, poi restaurata a fine anni ’80 del ‘900.

Interno in grazioso tipico Barocco (tardo): altar maggiore di marmi policromi, con porte laterali dalle elaborate cimase, pala con Bambin Gesù, Vergine e Santi Zeno e Carlo Borromeo (documentata nel 1809) di lodevole costruzione prospettica architettonica verso il paesaggio che ricorda i vedutisti veneti (es. Canaletto), racchiusa da una bella cornice marmorea mistilinea con conchiglia; nel 1933c. è affrescata l’abside da Aldo Tavella, in uno stile affine ai puristi – preraffaelliti e nazareni decisamente arcaicizzante.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

Foto: Gaetano Bonazzi per il Ctg Lessinia
Collana: Le contrade della Lessinia – Le contrade di Marano di Valpolicella – Coordinamento Maurizio Delibori (parte analizzata di Paolo Villa) – Ctg Lessinia – 2007