tutto-baldo-lessinia

- natura, cultura, arte e architettura della Montagna Veronese -

Pietre e “marmi” in Lessinia

ammonite

Località:

Sant'Ambrogio, Sant'Anna d'Alfaedo, Prun, Grezzana, Fumane, Roverè

Geologia:

geologia, pietra della Lessinia, marmo

Ancora nell’Età del Ferro, ma soprattutto nell’Epoca Romana, nella zona di Sant’Ambrogio di Valpolicella, di Sant’Anna d’Alfaedo e di Grezzana si cavavano e si utilizzavano le pietre, di cui il territorio della Lessinia centro-occidentale è particolarmente ricco. Parliamo di pietre e non di marmi, in quanto si tratta sempre di rocce di natura sedimentaria calcarea e non metamorfica. Nel territorio lessineo le pietre cavate appartengono alle formazioni dell’Era Secondaria comprese tra la Dolomia e la Scaglia Veneta, formatesi in un arco di tempo che va dai 205 ai 65 milioni di anni fa, con qualche rara presenza di rocce dell’Eocene (da 65 a 35 milioni di anni fa). Alla formazione della Dolomia, nella Valle di Illasi si estraeva una varietà denominata Fioriti di Val Tregnago, utilizzata come pietra da taglio. Nei Calcari grigi, dalla zona di Roveré proviene il Nero, dal colore grigio plumbeo (una varietà conchigliata si estraeva sul Monte Pastello), mentre dalla Valpantena viene l’Occhio di Pernice, costituito da impasto di gusci di Terebratule, dall’aspetto di decorazione floreale; infine il Grigio oniciato di San Vitale si estraeva nella zona di Roveré, nella Val d’Illasi e in quella di Mezzane e nella Valpantena, presentandosi con striature cristalline dovute alle conchiglie di Lithiotis problematica. Tra i Calcari Oolitici, il Giallo Reale di colore giallo-rosato, contiene resti di spugne ed echinodermi e presenta vene intrecciate di calcite (è impiegato per esterni ed interni), viene poi il Bronzetto dal colore grigio-paglia, che presenta resti fossili di Pentacrini e di Rinconelle (macchie scure) e qualche venatura verdognola (è impiegato per esterni ed interni) ed infine l’Avana del Garda, calcare di breccia, formato da frammenti cementati, simile al Bronzetto (adatto per esterni e interni e per sculture). Nella formazione del Rosso Ammonitico i cavatori distinguono dal basso all’alto i gruppi del Nembro, del Sengia e dei Cimieri, nonché le Breccie Tettoniche, tutti colorati per la presenza di ossidi di ferro: limonite gialla ed ematite rossa. In Valpantena si estrae il Biancone (ora più propriamente Maiolica), utilizzato come carbonato di calcio ma non come marmo.

Discorso a parte, tra le pietre ed i marmi del territorio lessineo, merita il lastame, denominato anche “pietra di Prun” o “pietra della Lessinia”, una pietra da taglio che viene estratta dagli strati inferiori della Scaglia Rossa Veneta, formazione del Cretaceo Superiore (da 95 a 65 milioni di anni fa). Questi livelli rocciosi hanno uno spessore di circa 7-8 metri e sono formati da una settantina di strati, di cui 67 sono utili per l’escavazione. Nella zona di Sant’Ambrogio e di Prun dove si cavavano in galleria una sessantina di strati, lo spessore dei vari strati variava da un minimo di 3 cm ad un massimo di circa 30. Si tratta di calcari marnosi di colore rosso-biancastro, nodulari, che si presentano in strati separati da un velo d’argilla, cosa che ne rende particolarmente facile il distacco. Altra pietra, oggi non più estratta, era il Masegna, derivante da formazioni eoceniche, di colore rosa-biancastro con numerose lenti costituite dai fossili di nummuliti (adatto per interni), mentre marmo molto resistente che si presta ad ogni impiego, anche per sculture, è il Chiampo perlato rosa che si presenta con macchie rosate su fondo paglierino con venature grigiastre e fossili di nummoliti. Sempre tra le pietre, non impiegate come marmi ma come materiali da costruzione, sono da menzionare la Pietra Gallina di Avesa ed il Tufo di Quinzano (calcari tufacei impiegati nelle costruzioni civili, religiose e militari di Verona, risalenti all’Eocene Medio, da 49 a 45 milioni di anni fa) e i Calcari di Incaffi del Miocene Inferiore, tra 26 e 22 milioni di anni fa.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

“Lessinia” ediz. CTG 2005