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Santuario di Santa Maria Valverde

Località:

Santa Maria Valverde (Marano di Valpolicella)

Architettura:

Santuario rifacimento, esterno molto arcaico e interno - Arte Barocca - Ignoto; Campanile - Arte Neoclassica - Ioachin Lonardi

Scultura:

Madonna lignea - Ignoto - Arte Rinascimentale; Altari - Ignoto - Arte Barocca

Pittura:

Soffito a cassettoni o lacunari a trompe l'oeil (quadratura prospettica) - Arte Neoclassica - Ignoto

Arti minori:

Arte Campanaria - Ignoto - Arte Neoclassica

Stile:

Arte Rinascimentale, Arte Barocca, Arte Neoclassica

Artista:

Ignoti, Ioachin Lonardi

Botanica:

Panorama

Si trova a Santa Maria Valverde (Marano di Valpolicella).

Sul Castelon di Marano alto 580 metri, sorgeva il Tempio di Minerva (abbattuto nell’alto medioevo, riscoperto nel 1836 i resti rimasero visibili fino al 1929), si trova scendendo da Santa Maria a San Rocco lungo il versante meridionale e orientale del monte, poco addentro alla coara, spesso ridotta a scavezzaia, dove passa la processione della festa della Madonna, il luogo era detto Santa Maria di Minerbe e dal 1184 Menervii.

Nel primo ‘400 abbiamo i primi documenti del santuario, la devozione a Santa Maria della Valverde (detta anche di Minerbe e de castro) cresce costantemente, nel 1436 il testamento di Antonio figlio di Pietro da Pezza prevede un altare a Sant’Antonio entro l’anno, ma se ne avrà notizia oltre un secolo e mezzo dopo.

Nel 1516 la Compagnia di Santa Maria della Valverde del Castello di Marano erige il santuario di cui avrà cura, dona la statua lignea della Madonna adorante il bambin Gesù, nel retro è scritto: (Questa Madonna ha fatto fare la compagnia de Santa Maria de Valverda de Castelo da Maran de MDXVI). La Madonna (del 1516) grazie alla devozione s’è salvata dalla distruzione (altro raro caso l’altare a Santa Toscana a Verona), spesso dalla fine ‘500 in poi gli altari lignei e le sculture lignee sono sostituiti da marmi e pale d’altare; la patina superficiale troppo lucida è probabilmente rifatta, mancano i consueti colori scuri negli interstizi per imitare meglio le ombre.

Il santuario è custodito da eremiti spesso laici, amati dai fedeli, sono vicini agli ordini religiosi e riconosciuti dal Vescovo che raccomanda loro di non ubriacarsi e di dare il buon esempio, ci sono notizie nel 1530, 1532, 1659.

Nella visita del 1605 la chiesa e l’altar maggiore sono dedicati alla Vergine, è presente l’altare modesto e portatile di Sant’Antonio che a fine ‘600 sarà dedicato alla Passione di Cristo con bei arredi.

Il parroco di Marano celebra le feste mariane e la messa la prima domenica del mese.

Santa Maria Valverde Marano di Valpolicella (foto: Paolo Villa-ctg Lessinia)
Facciata.

Nel 1682 (periodo barocco, la facciata è fortemente arcaicizzante che pare di periodi precedenti) le esigue dimensioni dell’edificio e l’usura per il culto, rendono indispensabile il rifacimento e l’ampliamento (iscrizione sul altar maggiore) in ordine tuscanico. Quindi divenne chiesa a pianta basilicale a tre navate e tre absidi con ricchi altari, l’altar maggiore ha ai lati le porte che portano in sagrestia (tipico in area veneta nei contesti più importanti).

Santa Maria Valverde Marano di Valpolicella (foto: Paolo Villa-ctg Lessinia)
Altare Sud.
Santa Maria Valverde Marano di Valpolicella (foto: Paolo Villa-ctg Lessinia)
Altare Nord

La domenica seguente il 25 aprile è festa di San Marco, preceduta dal triduo e conclusa dalla processione attorno al Monte Castelon per invocare la protezione dei raccolti (possibile richiamo pagano, visto che si passa là dove sorgeva il Tempio pagano).

Il 29 settembre 1738 il Vescovo ordina d’installare un confessionale.

Nel 1752 nasce la nuova confraternita di San Francesco d’Assisi, pochi anni dopo avrà un modesto altare marmoreo, a fine ‘700 saranno acquistati nuovi ornamenti.

Nel 1725-82 il Comune di Marano stipendia un cappellano per la notevole somma di 310 troni l’anno.

1754 Realizzato il campanile (iscrizione su un arco della cella campanaria OPUS: CHAR·is ANNO DΔNI MDCCLIV) in ordine dorico-tuscanico semplificato, in una chiave di volta è scritto IOACHIN LONARDI ETATE 23:A NORUM (architetto nell’estate del ventitreesimo anno?),

le campane sono decorate con stampo a rilievo (si può notare un bel San Giorgio in azione contro il drago).

Nel 1764 nuovo altare marmoreo della Vergine con tanto di pala.

Dal 1788 le confraternite risistemano la vecchia sagrestia e si acquista un batacchio nuovo per la campana.

1804 rifacimento del tetto, poi scoperchiato dal vento nel 1825, infine definitivamente riparato e parzialmente rifatto perché marcio entro il 1999 dal Comune di Marano, ciò ha comportato notevoli danni alle strutture ed agli arredi.

Fra l’800-‘900 soffitto Neoclassico affrescato a cassettoni per dare un effetto di spazialità (ad imitazione del Pantheon di Roma) e vari dipinti.

Caratteristiche principali

Altri aspetti caratterizzanti

Fonti:

– Collana: Le contrade della Lessinia – Le contrade di Marano di Valpolicella – Coordinamento Maurizio Delibori (parte analizzata di Paolo Villa) – Ctg Lessinia – 2007
– Panorami e cime della Lessinia / capitoli redatti da: Murizio Delibori … [et al.], Bosco Chiesanuova : CTG, 2020
– Foto: Gaetano Bonazzi & Paolo Villa per il Ctg Lessinia
https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Santuario_Maria_Valverde_(Marano_di_Valpolicella)-Altare_maggiore_marmi_policromi,_cimasa,_timpano-Arte_Barocca-Photo_Paolo_Villa_%26_ctg_lessinia_2022_FO221498.jpg